Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera
Traete le vostre conclusioni
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera
Traete le vostre conclusioni
An old, mad, blind, despised, and dying king,–
Princes, the dregs of their dull race, who flow
Through public scorn,–mud from a muddy spring,–
Rulers who neither see, nor feel, nor know,
But leech-like to their fainting country cling,
Till they drop, blind in blood, without a blow,–
A people starved and stabbed in the untilled field,–
An army, which liberticide and prey
Makes as a two-edged sword to all who wield,–
Golden and sanguine laws which tempt and slay;
Religion Christless, Godless–a book sealed;
A Senate,–Time’s worst statute unrepealed,–
Are graves, from which a glorious Phantom may
Burst, to illumine our tempestous day.
Traduzione
Un vecchio, pazzo, cieco, disprezzato, e morente re,-
Principi, la feccia della loro ottusa razza, che vivono (lett. scorrono)
Attraverso il disprezzo pubblico, – fango da una primavera fangosa, –
Governanti che né vedono, né sentono, né sanno,
Ma come sanguisughe si aggrappano al loro debole paese,
Fino a che cadono, ciechi nel sangue, senza un colpo,-
Un popolo affamato e pugnalato nel campo incolto,-
Un esercito, che distrugge la libertà e depreda
Fa come una spada a doppio taglio a tutti quelli che la brandiscono,-
Leggi dorate e rubiconde che tentano ed uccidono;
Religione senza Cristo, senza Dio – un libro sigillato;
Un Senato, – il peggiore statuto del Tempo non abrogato,-
Sono tombe, dalle quali un glorioso Fantasma può
Prorompere, per illuminare il nostro tempestoso giorno.
Ho pensato che questa poesia potesse essere abbastanza attuale
Per chi fosse interessato a questa prima versione del mio lavoro, in attesa di altri colpi di genio o di vostri suggerimenti, rilascio anche la versione integrale in formato pdf, potete farne quello che volete basta che ne citiate la provenienza.
I popoli e le case delle libertà si riunivano più sopra
dove il caldo tetto di Arcore li copra
Magnifica era la magione del nostro signore
Conservante ovunque ogni candore
le scuderie piene di valenti purosangue
erano perfettamente tenute da un mafioso che ormai langue
Il cortile interno era pervaso da eccelsi letterati
che come Dell’Utri mostravan libri truccati
Entrammo nella tana del cavaliere
mentre intratteneva da gran cerimoniere
un Harem di bellissime pulzelle
aggraziate più nella forma che nelle favelle
Il cavalier sedeva al centro della stanza
e tutti i suoi seguaci prosperosi di panza
ammiravano la lucidità del cuoi capelluto
non stancandosi mai di cotale beltà
adoravano le sue capacità di leader forzuto
a gli permisero eterna lealtà
Forse un giorno qualcuno capovolgerà questo sgangherato mondo
come il bambino che capovolge di neve piene le palline di vetro tondo
Fine
Giunti ormai quasi in cima
con un sempre più fresco clima
incontrammo i fedelissimi del cavaliere
che non facevano altro che pascolare per le brughiere
una volta entrati in questo fortunato circolo
non dovevano far altro che dire
noi della lega non ce l’abbiamo piccolo
e così adoravano il nostro sire,
le arti più sublimi coltivavano sia da vivi che da morti
casino, taverne, bordelli furon le loro corti
Continuando l’ascesa si trovano gli amici del perfetto oligarca
color che truffarono falsarono per comprar la barca
tra loro vi era Ricucci scortato dall’amata Falchi
“Galeotto fu l’SMS e chi lo scrisse” dissero da dorati palchi
In questa popolosa balza di perseguitati
anche Tanzi, Provera, Consorte erano ospitati
Salendo più in alto ci trovammo in un luogo paradisiaco
dove vi erano delle penne le cui parole avevano dell’afrodisiaco
Vespa, Mimun, Riotta, Mazza i grandi nomi
intenti a leccar stivali dei più svariati aromi.
Ancor più su vi era strana gente
sanguinaria, cattiva, impenitente
Provenzano, Riina, Schiavone ne faceano parte
condividevano del cavalier la stessa sorte
fama imperitura ed eterna gloria
per coloro che in molti casi furono boia
Paradiso
Entrati nella capiente testa di Forattini
uscimmo e vedemmo sulla spiaggia un’attraente donna in bikini
era la donzella che con grande magnanimità
fu donata dal cavalier al tricolor della fratellanza, uguaglianza e libertà
Da lei fui accompagnato fino alla suprema ascensione
che però constava ancora di qualche scaglione
Sopra la spiaggia una grande piazza era popolata
da tanti ignoranti che mangiavan cioccolata
loro eran contenti della nutella
ma non conosceano nessuna novella
insieme adoravano il cavaliere
che a loro non aveva lasciato alcuno stalliere
Uno di loro con accento napoletano
si avvicina e dice in linguaggio nostrano
“noi fummo i magistrati che disgustati
tentammo di scoprire fatture e bilanci gonfiati”
La loro pena era quella di inventare dei processi
che dalla prescrizione son puntualmente recessi
Ancor più in basso albergavano coloro che contro cosanostra
misero in gioco la vita e persero la posta
Falcone, Borsellino si opposero
e per poco la maestà di Lui non lesero
la loro punizione è d’esser bloccati in gigantesche gabbie
le cui sbarre non son di ferro ma di esplosive sabbie
Concludono questo terrificante mondo
coloro che si trovano nell’estremo fondo
e per loro colpa suscitarono il riso di tanti
trasformando i grandi in semplici fanti.
Il mostro a capo di tutto formato era da tre teste
il capo di Luttazzi, Benigni e Forattini era la veste
e la loro pena era ripeter tutte le 25000 barzellette
che dal cavalier supremo eran assai predilette.
Fine dell’inferno farlocco
Dopo aver attraversato una montagna degna del Karakorum
ci ritroviamo nel girone
di coloro che pubblicarono l’intercettazione
rubando il pudore dei giusti
essi, denudati dei loro busti
son lasciati in sole mutande
a rifletter sulle proprie lande
Addentrandoci nell’inferno più profondo
la temperatura si alza e l’aria ha il calor di forno
In queste case desolate
vivon senza case
tutti i giudici e i magistrati
che hanno tentato di render illuminati
tutti i cittadini che credevano negli ideali.
Scendendo più in basso Marco mostra
il mio luogo di appartenenza e gli occhi mi lustra
al veder cotali mostri del giornalismo
star lì a rimunginar sul loro stakanovismo
Biagi, Santoro, Montanelli
e nondimeno Vulpio, Iacona e la Gabanelli
Tutti intenti a scriver su stessi ingiurie e calunnie
mentre un insetto venuto dalle fogne
li frusta chiamandoli sovversivi e rivoltosi.
Ai giustizialisti toccava il peggior martirio, di parlar
essi aveano due metri di nastro a chiuder la bocca
e si dimenavano nel tentativo di lenir siffatta rocca
Essi scontavano codesta pena in omnia secula seculorum